Alta voce in mezzo al verde

Alta voce in mezzo al verde

È  luglio e il caldo torrido si fa sentire. Ma i Ragazzi BO continuano ad esplorare le molteplici possibilità che la vita offre, insieme,  attraverso il laboratorio di Lettura e scrittura creativa condotto da Luisa Lanari.

È incredibile l’emozione, l’empatia  e l’atmosfera che si crea ogni volta che i Ragazzi BO si lasciano ispirare dalle letture proposte durante i laboratori.

Luisa qui ci racconta alcuni scampoli di questi incontri: sono spunti, voci, pennellate che fanno intravedere tutta la loro bellezza e  profondità…e poi… è Estate tempo di riposo e libertà, una buona occasione per leggere uno dei libri di cui si parla qui sotto!

Lasciamo la parola a Luisa!

ALTA  VOCE IN MEZZO AL VERDE

Una passeggiata tra i libri, iniziando con due albi illustrati Promenade e Leggere per, poi, approdare all’isola sconosciuta, attraverso il racconto di José Saramago: un percorso di vari incontri che ha condotto i ragazzi del Progetto BO alla riscoperta della lettura e di se stessi (in un contesto anticovid, prima in un ambiente chiuso adeguato al distanziamento e, successivamente, all’aperto alle pendici di Assisi).

Alla base di tutto: la lettura ad alta voce.

Da Ad alta voce. La lettura che fa bene a tutti (a cura di Federico Batini, Giunti, 2021):

La lettura ad alta voce crea delle attese nei confronti dello sviluppo della storia, consente di abituarsi, attraverso il confronto dopo la lettura, ad attribuire significati e a conoscere le possibilità plurali di interpretazione (Federico Batini).

La lettura ci conduce, dolcemente, fuori dalla nostra comfort zone, da ciò che ci è noto, che conosciamo, da ciò a cui siamo abituati (Simone Giusti).

Il primo albo illustrato, Promenade (di Jungho Lee e Bernard Friot), dopo essere stato letto e sfogliato “a distanza” da un leggio improvvisato, ha passeggiato tra le mani di tutti (opportunamente igienizzate) per farne gustare le meravigliose illustrazioni a ogni partecipante; poi, ognuno ha continuato l’albo disegnando una pagina con ciò che rappresenta la lettura: c’è chi ha disegnato un libro-salvagente per cuore e mente, chi un comodino a forma di tomo, chi un libro sul portapacchi della sua bicicletta, chi un libro che ha messo le ali alla propria vita, chi ha metaforizzato la copertina di un’opera particolarmente significativa la fantasia, quindi, ha fatto da sfondo al nostro successivo dialogo condiviso e non giudicante.

Leggere (di Lorenzo Terranera), ci ha stimolato in una danza del corpo, in un sali e scendi, a seconda delle pagine illustrate in cui ci siamo sentititi coinvolti; questo, soltanto dopo averne letto ad alta voce l’introduzione (di Daniel Pennac) che asserisce:A dire il vero, leggiamo tutti per una ragione talmente segreta che non arriva nemmeno al livello della nostra coscienza. Poi, ognuno haaggiunto un’ulteriore pagina all’albo con un disegno, una frase, una parola, un contesto immaginativo, sul significato della lettura: dona pace interiore, è un regalo da fare ai propri figli, allarga gli orizzonti della mente, è attesa della parola, è un silenzioso dialogo con l’autore, è seguire il protagonista al fresco della terrazza o dal proprio divano, nella concentrazione della propria casa…

Alla fine dell’incontro abbiamo stilato una nostra reading list con la promessa che, da settembre, leggeremo ad alta voce i libri proposti dai ragazzi, magari nella nuova sede con una libreria a tutta parete dove poterli riporre e attivare uno scambio librario tra tutti.

Ma il cuore del percorso è stata la lettura ad alta voce, in più sessioni, del Racconto dell’isola sconosciuta (di José Saramago): noi educatori eravamo un po’ titubanti nell’affrontare questo approccio, magari i ragazzi si sarebbero annoiati. E, invece, sin dalle prime pagine, la concentrazione era palpabile, l’interesse per la storia in crescendo, le capacità attentive evidenti.

Il processo di lettura con sessioni di confronto e dialogo (prima, durante e dopo la lettura) è stato chiamato lettura mediata e permette (…) di creare una connessione tra il mondo emotivo della lettura e il mondo reale, in un processo in cui il dialogo di gruppo gioca un ruolo cruciale (op. cit.): ciascuno ha individuato, durante la lettura ad alta voce alcune parole-chiave o che lo avevano colpito, le abbiamo condivise e su esse ci siamo confrontati, con un dialogo libero sulla storia. Poi, abbiamo scritto, singolarmente e per dieci minuti, i nostri pensieri con l’input di domande-stimolo e domande aperte che hanno incoraggiato il pensiero critico: ciascuno, così, ha fatto dei collegamenti tra la storia e l’esperienza di vita personale.

Le pluralità di interpretazioni hanno arricchito ciascuno, colmando le inferenze che il testo poteva non esplicitare, e il setting dell’incontro, all’aperto in un prato ai piedi del Subasio – in un ventilato pomeriggio di giugno – hanno favorito la “correlazione fra empatia e lettura narrativa: la lettura, migliorando le competenze sociali, favorisce le relazioni e si configura come un vero e proprio antidoto alla solitudine” (op. cit.). Ogni membro del Gruppo BO è uscito dal proprio io, attraverso la lettura, per donarsi agli altri e costruire il gruppo stesso.

Alcune riflessioni scritte dai ragazzi, relativamente alle parole chiave emerse:

La mia più grande attesa è me stesso, che affronto le mie paure e incertezze. La mia più grande vocazione non la conosco. Probabilmente è sull’ isola sconosciuta, che spero un giorno di trovare.

La mia più grande attesa e rivedere cugini e nipoti, che non incontro da mesi.

La mia più grande attesa nel presente è andare al mare e riposarmi.

La mia autentica vocazione è la cucina: mi piace molto preparare cose buone.

La mia isola sconosciuta è la balbuzie.

La porta per me è una via d’uscita dalle ingiustizie altrui e dalle cose brutte che succedono nel mondo.

I veri maestri che mi hanno aiutato a navigare sono i miei genitori e i miei amici.

Nella mia vita ho avuto un naufragio: ero molto timido, non parlavo con nessuno. Alla fine, grazie ai miei genitori, agli psicologi, sono diventato una persona diversa e cambiata che ha voglia di fare e di conoscere nuove persone.

Credo di aver isole sconosciute che galleggiano in me. Non sono una esploratrice audace, solo se per sbaglio o per necessità ne intravedo una mi avvicino, ma non senza timore. Una volta naufragai in una tempesta violenta e solo mi salvò la terra della mia fragilità, isola sconosciuta.

Un’ isola sconosciuta in cui poter approdare è una grotta in riva al mare in Sardegna perché il mare per me rappresenta l’infinito.
La mia porta è la porta del cuore. Vorrei aprirmi di più verso gli altri ma il mio carattere è un po’ riservato e una cosa che devo superare è la paura di sbagliare.

Tutti hanno una vocazione, però io ancora finora non sono riuscita a capire qual è.
Mi servirebbe qualcuno che gentilmente mi aiuti a scoprire quale è la mia vocazione innata; così posso orientarmi meglio nelle scelte della vita, e poi sono curiosa per conoscermi anche di più.

I veri maestri del mio navigare sono:
Il mare della vita, le cui onde mi hanno messo costantemente alla prova.
La nave della fantasia che, nonostante si sia ribaltata molte volte, mi ha insegnato a resistere.
E l’amore che, come un cielo in tempesta, mi ha spinto ad andare, dove non pensavo potessi andare.

I veri maestri del mio navigare sono:
Le persone più care della mia famiglia (in primis la mia mamma, lo zio Vincenzo che è partito la scorsa settimana per il Cielo) e gli amici veri, quelli che, come una rete, mi hanno sostenuto nel mare delle difficoltà della vita.
La barca del mio esserci: forse una piccola zattera traballante che, nonostante le maree, i tanti nubifragi e ribaltamenti, ha resistito con coraggio e tenacia agli eventi.
 Il cielo sopra di me che mi accoglie e avvolge, senza mai sovrastarmi; mi ama e protegge, senza mia abbandonarmi; mi fa sentire figlia prediletta e guidata da un Amore infinito.

In queste frasi si evidenzia il valore della narrativa nel promuovere processi mentali trasformativi nei lettori. Fungendo da catalizzatori intellettuali ed emotivi, infatti questi testi portano a una consapevolezza e a riflessioni più profonde su se stessi e sul mondo (op. cit.).

Un contesto non istituzionale, come l’associazione VI.VA., fornisce un apprendimento non formale ai ragazzi che, nel “Progetto BO, hanno l’opportunità di conoscere se stessi, nella pienezza della relazione con l’altro, attraverso la lettura ad alta voce e la scrittura di sé: l’autonarrazione accresce l’empowerment cognitivo ed emotivo di ognuno, con un orientamento concreto nel presente e nelle scelte della vita.

Luisa Lanari.
Tirocinante Master in Orientamento Narrativo – Università degli Studi di Perugia

Progetto BO – un Bagaglio di Opportunità, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia

 

   

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