“Offrire Possibilità” – “Coltivare Speranza”

“Offrire Possibilità” – “Coltivare Speranza”

17 Aprile 2020. Siamo appena usciti da un incontro di formazione organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia per sostenere i progetti dei Bandi Welfare 2018 e 2019 nel difficile compito di ripensare i propri interventi alla luce dell’emergenza sanitaria, sociale ed educativa, oltre che ovviamente economica, causata dal Covid-19.

Oltre a noi del Progetto BO-un Bagaglio di Opportunità, erano presenti altri 17 Progetti sul territorio, per un totale di 74 persone. Insieme per condividere le strategie e le intuizioni che abbiamo sviluppato in questo periodo e per individuare piste di lavoro che possano essere di sostegno reciproco.

Ore 14,30: orario di ingresso in un luogo virtuale, la piattaforma Zoom Meeting, ma ben presenti per affrontare una sfida concreta ed ardua.

Insieme a noi, la dott.ssa Cristina Colaiacovo e la dott.ssa Daniela Monni, rispettivamente Vice Presidente e Consigliere  della Fondazione Cassa di Risparmio di  Perugia e la prof.ssa Elisabetta Dodi, dell’Università Cattolica di Milano.

Sono state 2 ore e mezzo di intenso dialogare. Sono emersi spunti di riflessione molto interessanti e criteri di azione da svolgere nel nostro quotidiano lavorare.

Guidati dalla prof.ssa Dodi, abbiamo focalizzato la prima coordinata: ci troviamo tutti in una “fase un po’ folle”, fuori dai nostri schemi di riferimento  ordinari, si alternano momenti di spaesamento, paura, implosione, ad altri di desiderio e di ansia di “fare per fare”. Allora occorre un POSTURA adeguata: non un fare affannoso ma trovare degli spazi di pensiero per tenere il filo delle cose, per non perdersi di fronte all’indecifrabilità della novità. Ecco il valore del nostro incontro oggi: un momento di “intelligenza collettiva” per “apprendere dall’esperienza”.

Da qui la seconda coordinata: INSIEME. Siamo davanti ad una trasformazione radicale che ci riguarda tutti. Ognuno di noi sta provando a pensare e a fare qualcosa di completamente nuovo e mai pensato prima; a tal proposito emergono 2 considerazioni: nessuno può essere lasciato da solo e “bisogna pensare collettivamente un modo diverso di stare insieme“.

Come è possibile questo? Emerge la terza coordinata: PROGETTARE, abbandonare l’agire reattivo per dare spazio ad una logica progettuale che richiede gradualità, ritmo temporale, individuazione delle tappe. Ascoltare gli umori delle persone e delle famiglie, che stanno cambiando. Entra in gioco il tema dell’ IDENTITA’: l’identità professionale è stata “mangiata” dall’identità personale e viceversa e forse questo è un bene perchè, per certi versi, l’identità professionale si è come “umanizzata”.

Altra coordinata: INTERDIPENDENZA. Tutto è interdipendente e connesso. Lo vediamo bene un questa pandemia. L’interdipendenza richiama in primis il tema della RESPONSABILITA personale. Responsabilità come negazione di quello che posso e voglio fare  o come protezione? Siamo chiamati a prenderci cura dell’altro attraverso il nostro comportamento individuale.

La responsabilità richiama, a sua volta, il tema della VISIBILITA’ come riconoscimento, “il metterci la faccia”,  perchè prima che erogare una prestazione siamo chiamati a vivere la RELAZIONE, quinta coordinata. Uscire dunque da una “logica prestativa” e “offrire possibilità”. In questo periodo è ancor più necessaria la cura delle relazioni e il lavoro di prossimità, una semplice telefonata, un messaggio come gesto di attenzione e di riconoscimento del bisogno dell’altro . Molto importante questa sottolineatura per non cadere nel RISCHIO di giustificarsi in una sorta di regressione a “welfare familiare” con ragionamenti del tipo “tanto ci pensa la famiglia”, o addirittura nel dire “siamo tutti fragili e vulnerabili in questo tempo, allora sospendiamo l’attività”. Sì siamo tutti fragili ma chi più, chi meno e non possiamo ignorare responsabilità  e possibilità.  Ancor più questo è il momento di restare concentrati su ciò che si può fare e non su ciò che non si può fare.

Da qui nasce la consapevolezza che OGGI E’ DOMANI : quello che stiamo facendo oggi costruisce le possibilità del domani. Se siamo presenti oggi, alimentiamo il desiderio di re-incontrarci domani. Noi, con il nostro esserci, possiamo sostenere il desiderio di comunità.

Ed un invito, che ci ha rivolto la dott.ssa Monni, citando Vaclav Havel: “coltiviamo la speranza”  perchè la “speranza non si limita alla semplice sopravvivenza. Ma è capace di trasfigurare la realtà. Trasformando la difficoltà in occasione di vera trasformazione”.

Ecco alcune delle pennellate e delle scintille che abbiamo ricevuto oggi. Grandi temi su cui riflettere e profonde intuizioni da sviluppare. Davvero un Bagaglio di Opportunità!

 

 

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