08 Lug Secondo giorno al Festival del Fundraising.
Tanti incontri, sessioni di approfondimento e seminari su tutto ciò che ruota intorno al fundraising. Giornata intensa e ricca. Un insieme di dati, metodi, evidenze, fatturati ed emozioni, visioni, sentimenti, valori.
Sono nuova qui. Ascolto un linguaggio a me poco familiare, sento parlare di prospect, algoritmi di machine learning, driver del cambiamento, pianificazione, impatto sociale, personal branding… Fino a 4 anni fa non sapevo nemmeno che esistesse il fundraising. Per me si trattava di raccolta fondi per la mia piccola associazione costituita da appena 2 mesi.
Poi un pomeriggio di 4 anni fa, appunto, al Serafico di Assisi è arrivato un certo Valerio Melandri che spiegava “come trovare i soldi” per sostenere la propria Nonprofit. L’incontro era gratuito e dunque sono andata. E lì sono rimasta folgorata. Ecco, lì ho scoperto che esiste una professione che si trova nella terra di mezzo: è arte e creatività, è passione e sentimento ma anche rigore scientifico e tecnica applicata al caso concreto.
E così sono diventata fundraiser per caso. Ancora allo stato embrionale, mi sono nutrita delle preziose slide che il Professor Melandri aveva lasciato ai partecipanti, poi nella mia associazione abbiamo iniziato a sperimentare qualche suo suggerimento.
Sono passati 4 anni, la mia associazione è ancora piccola e siamo ancora pochi ma continuiamo a sognare in grande e a farlo insieme. E sempre insieme abbiamo fatto un po’ di strada verso… BO! che per noi è l’acronimo di un Bagaglio di Opportunità.
Essere qui oggi al Festival del Fundraising è un sogno avverato. È aver trovato un luogo fonte di ispirazione e di risposte. Ma soprattutto è vedere che esiste davvero una Comunità di persone che crede in quello che fa, che ama profondamente il cuore che è al centro di ogni Nonprofit. Ho visto una Comunità che sta facendo cultura in Italia e all’estero, che sta diffondendo il valore della solidarietà e del dono.
Al Progetto BO ci diciamo sempre che “i bisogni di ciascuno, messi in rete, si trasformano in opportunità reciproche di risposta e cambiamento”.
È il bisogno -non le risorse- che mette in moto chi dona, chi riceve, chi opera, chi crea, chi immagina.
Per rispondere a questo bisogno – che è in ciascuno di noi – ci vuole qualcuno, amico, che ci aiuti a riconoscerlo.
Oggi ho ricevuto tanto e sono grata per questo. 2 pennellate in particolare mi hanno ispirato:
“Donare è la medicina per l’anima di chi dona” (cit. Simone Garroni di Azione Contro la Fame)
“Un giorno qualcuno ha detto <<Signore mandaci dei matti>>” (cit. Raffaella Lebano di ActionAid Italia )
Riporto qui sotto la bellissima preghiera da cui è tratta la citazione di Raffaella Lebano:
O Dio, mandaci dei matti!
(di Louis Joseph Lebret)
O Dio, mandaci dei matti,
di quelli che siano capaci di esporsi,
di quelli che siano capaci di scordarsi di loro stessi,
di quelli che sappiano amare con opere e non con parole,
di quelli che siano totalmente a disposizione del prossimo.
A noi mancano matti, o Signore,
mancano temerari, appassionati,
persone capaci di saltare nel vuoto insicuro,
sconosciuto e ogni giorno più profondo della povertà;
di quelli che sono capaci di guidare la gente
senza il desiderio di utilizzarla come sgabello per salire loro;
di quelli che non utilizzano il prossimo per i loro fini.
Ci mancano questi matti, o mio Dio!
Matti nel presente, innamorati di una vita semplice,
liberatori del povero, amanti della pace,
liberi da compromessi, decisi a non tradire mai,
disprezzando le proprie comodità o la propria vita,
totalmente decisi per l’abnegazione,
capaci di accettare tutti i tipi di incarichi,
di andare in qualsiasi luogo per ubbidienza,
e nel medesimo tempo liberi, obbedienti,
spontanei e tenaci, allegri, dolci e forti.
Dacci questo tipo di matti, o mio Signore.
al PalaRiccione #festivaldelfundraising
#fundraising
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